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Riscoprire la Prefabbricazione: da stereotipo a paradigma dell’edilizia del futuro

  • angeloluigimarchet
  • 16 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

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Per lungo tempo, in Italia, parlare di prefabbricazione ha significato evocare un’idea sbagliata: edifici economici, temporanei, spesso privi di valore architettonico o qualità costruttiva. Una visione figlia del dopoguerra, radicata nella memoria collettiva di “strutture di emergenza”, prodotte in fretta e con pochi mezzi.

Ma oggi, quella narrazione non è più solo superata: è dannosa.

Perché rischia di oscurare una delle rivoluzioni più significative del nostro settore: la transizione verso un’edilizia off-site, industrializzata, digitale e sostenibile.


La prefabbricazione non è un prodotto: è un processo

Oggi il vero significato di prefabbricazione si è evoluto.

Non riguarda più soltanto il “cosa” si costruisce, ma soprattutto il “come” si costruisce.


Oggi la prefabbricazione è:

  1. Ingegnerizzata: ogni elemento è progettato per essere parte di un sistema;

  2. Digitale: nasce da modelli BIM integrati, che contengono una molteplicità di informazioni;

  3. Modulare: pensata per essere adattabile, scalabile, riconfigurabile;

  4. Sostenibile: ottimizza materiali, riduce sprechi, consente progettazione circolare;

  5. Off-site: gran parte del lavoro avviene in stabilimento, in ambienti controllati, efficienti e sicuri.


Ed è proprio qui che la tecnologia abilita un cambio di paradigma.


Le tecnologie e le metodologie che stanno cambiando le regole del gioco

La trasformazione del costruire passa attraverso un nuovo ecosistema digitale e industriale, dove la prefabbricazione è il punto d’incontro tra innovazione tecnica e visione strategica:

  • BIM (Building Information Modeling): consente di progettare con un livello di dettaglio e coordinamento impensabile fino a pochi anni fa, abilitando simulazioni e analisi in tempo reale.

  • DfMA (Design for Manufacturing and Assembly): approccio progettuale che parte dal processo produttivo e riduce la complessità del montaggio, migliorando tempi e qualità.

  • Automazione e CNC: connettono direttamente il modello digitale alla macchina, per una produzione precisa, standardizzata e replicabile.

  • Intelligenza Artificiale e IoT: raccolgono dati in tempo reale da produzione e cantieri, supportano il monitoraggio delle prestazioni e l’ottimizzazione dei processi.

  • Economia Circolare e LCA: progettare pensando all’intero ciclo di vita dell’edificio, alla sua manutenzione, smontabilità e al riutilizzo dei materiali.


Il legno come materiale chiave… in un sistema ibrido e intelligente

In questo nuovo scenario, il legno rappresenta un alleato strategico per l’edilizia del futuro: rinnovabile, a basso impatto ambientale, performante sul piano strutturale, leggero e altamente prefabbricabile. Ma la sua forza non sta solo nelle sue qualità intrinseche.

Sta anche nella sua capacità di integrarsi in sistemi costruttivi ibridi, in cui ogni materiale viene scelto per funzione, quantità e intelligenza d’uso.

L’approccio che adottiamo – e in cui crediamo – non è ideologico, ma ingegneristico e sostenibile:

il legno dove serve leggerezza, velocità, comfort e sostenibilità,

l’acciaio o il cemento dove occorre massa, inerzia, ancoraggio o protezione.

La prefabbricazione evoluta consente proprio questo: progettare sistemi integrati, non solo strutture.

Non esiste il materiale perfetto, ma esiste la combinazione più intelligente per ogni progetto.

Ed è proprio in questa logica di ibridazione consapevole che il legno può esprimere il massimo del suo valore: non come soluzione unica, ma come fulcro sostenibile di un nuovo modo di costruire.


La sfida italiana: superare il pregiudizio per abbracciare l’opportunità

L’Italia è ricca di talento progettuale, di intelligenza manifatturiera, di creatività architettonica.

Eppure, il nostro ritardo nella diffusione della prefabbricazione avanzata è legato anche a una resistenza culturale: alla paura di perdere artigianalità, bellezza, identità.

Ma il punto non è contrapporre artigianato e industria.

Il punto è capire come industrializzare ciò che ha valore, senza svilirlo.

Non per costruire tutti allo stesso modo, ma per costruire meglio,

per portare bellezza e design, ovunque.

Non dobbiamo pensare al prefabbricato come ad un edificio economico.

Ma ad un edificio pensato meglio, costruito meglio, con più consapevolezza.

Ecco perché la prefabbricazione  in legno avanzata non è una scorciatoia:

è una strada lunga, fatta di ricerca, tecnologia, competenze, visione.


Noi la percorriamo ogni giorno, convinti che un’edilizia più intelligente, sostenibile e industriale non sia solo possibile, ma necessaria.


Ma per trasformare questa visione in realtà, non basta l’impegno dei singoli.

Serve uno sforzo collettivo.


Serve formazione, per diffondere nuove competenze tra progettisti, imprese, tecnici e operai, capaci di lavorare in un’ottica industriale, digitale e integrata.

Serve collaborazione, tra professionisti, aziende, istituzioni e centri di ricerca, per costruire filiere solide, trasparenti e innovative. E servono politiche pubbliche coraggiose, che riconoscano il valore strategico della prefabbricazione avanzata e ne incentivino la diffusione attraverso norme, appalti e investimenti mirati.


Non è solo una questione tecnica: è una sfida culturale, che riguarda il modo in cui immaginiamo e costruiamo le città del futuro. Se sapremo unire competenze, visione e responsabilità, la prefabbricazione non sarà più un’eccezione. Diventerà il nuovo standard per un’edilizia più intelligente, efficiente e sostenibile



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